Evento espositivo Piano FVG 2014 > i pianoforti della Fondazione Carisbo, dalla collezione Scala

 

SACILE, Ex-Chiesa di San Gregorio
dal 1 al 15 maggio

 

L’evento espositivo ha accompagnato il Concorso pianistico internazionale piano|fvg 2014 dedicando alla storia del pianoforte, ripercorsa attraverso una selezione di strumenti antichi di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna, arrivati espressamente a Sacile grazie ad una speciale sinergia con la Fondazione CRUP, partner storico del Concorso ed essenziale ente sostenitore di questa rassegna.
Gli strumenti selezionati insieme agli esperti del Polo Museale Genus Bononiae, che fa capo alla Fondazione Carisbo, fanno parte della collezione acquisita nel 2012 dal Maestro Franco Scala, pianista e didatta, fondatore e direttore dell’Accademia Pianistica di Imola, il quale raccolse in più di trent’anni un’ampia gamma di strumenti musicali a tastiera, per la maggior parte fortepiani (ovvero pianoforti di antica fattura) e pianoforti, afferenti a diverse epoche e varie scuole costruttive, tra le quali maggiormente rappresentate sono quelle inglese, viennese, e francese, oltre a strumenti di realizzazione tedesca, americana e italiana. Molte sono le tipologie e le forme dei pianoforti, tra i quali si contano modelli a coda, a tavolo, verticali, a consolle, mentre la collezione è completata da alcuni strumenti appartenenti ad altre categorie organologiche, come ad esempio un clavicordo, un clavicembalo ed alcuni harmonii.
Il corpus che è stato scelto per la mostra di Sacile, ospitata nell’aula dell’antica chiesa di San Gregorio, prestigioso spazio espositivo del Comune, ha coperto un arco temporale dagli inizi dell’Ottocento fino agli anni Trenta del Secolo scorso, ripercorrendo la storia del pianoforte a cominciare dai primi strumenti viennesi e inglesi (costruiti artigianalmente nei primi prototipi di fabbriche) per arrivare, attraverso il frenetico sviluppo di meccaniche diverse e di scuole nazionali nel corso del XIX secolo, alle soglie della produzione industriale contemporanea.
I modelli che sono stati esposti hanno tenuto conto non solo delle molte varianti sperimentate dagli artigiani, ma anche di un itinerario che vuole seguire, parallelamente al perfezionamento tecnico-costruttivo, quello della letteratura musicale che andò modificandosi dal clavicembalo (l’unico esemplare della collezione, un modello italiano del 1630) al fortepiano per raggiungere la piena evoluzione del pianoforte: per questo è stato possibile associare ai più antichi esemplari viennesi il tocco brillante del repertorio classico, proseguendo con le note romantiche dei pianoforti Pleyel, amati da Chopin, e quindi la maturità degli strumenti adatti alla musica tedesca di fine Ottocento fino agli esiti moderni del “Nuovo Mondo” anglosassone, con il marchio-leader Steinway & Sons, del quale è stato presentato un singolare modello verticale. Curiosità particolare, e modello più recente della rassegna, è stato un pianoforte Bechstein-Moor a due tastiere, costruito a Berlino nel 1930.